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SPECIFICITA'


Solitamente, cerco di far "combattere" ai miei clienti i propositi generici, per far emergere intenti reali, personali, coerenti con la propria storia. Unitamente, cerco di verificare la consapevolezza di questi intenti ovvero che dipendano da scelte personali e non solo da circostanze esterne. Solitamente, un obiettivo differisce da un sogno perchè ha una data, un limite temporale o oggettivo(ad esempio un peso che ci siamo prefissati di raggiungere) , una sorta di scadenza. Soprattutto, l'obiettivo deve avere queste caratteristiche: deve essere espresso in positivo: è frequente che il cliente esordisca con frasi "non voglio essere più così...non intendo più mangiare dolci....etc". Tuttavia il cervello umano percepisce le negazioni in ritardo: non voglio essere grasso porta comunque a pensare di essere grasso! Allo stesso modo, verbi come "smettere di...liberarsi di ...evitare di... " esprimono un'intenzione negativa. Questo tipo di linguaggio è centrato sul problema e porta la mente a focalizzarsi su ciò che NON funziona. Di fatto, la mente pensando in questo modo non fa altro che rafforzare il problema. Inoltre, se il cliente formula l'obiettivo in termini di "proverò a...tenterò di...vedrò cosa posso fare...." implicitamente sta aprendo la sua mente al dubbio e alla possibilità di fallire. E' infatti molto difficile agire in modo più funzionale se la mente continua a sabotare il miglioramento attraverso la paura di cambiare, attraverso la paura di cambiare vecchie abitudini anche malsane che però sono diventate una sorta di rifugio emozionale.


"Voglio fare qualcosa" è diverso da "proverò a farlo". Se una persona vuole "dimagrire" e chiede di volerlo fare, sta descrivendo il suo intento in modo generico e non misurabile (dimagrire è un verbo di processo). Il risultato invece deve essere reale, concordato con lo staff medico, e accompagnato da parametri precisi e misurabili ( voglio pesare tot kg, voglio indossare quei jeans taglia, voglio allenarmi 5 volte a settimana).deve essere descritto sensorialmente: il cliente deve poter descrivere tramite i suoi cinque sensi cosa percepirà quando avrà raggiunto il risultato. In pratica, cosa vedrà in quel momento? Cosa proverà? Cosa sentirà a livello di sensazione tattile? Questa fantasia ha un doppio vantaggio: allena la capacità della persona di vedere in anticipo( ricordate la diretta sulla "visualizzazione"?) il risultato e dona alla persona la possibilità di capire quando il risultato è stato raggiunto. ( "Se puoi immaginarlo, puoi farlo" - Walt Disney).deve essere raggiungibile: l'obiettivo è credibile se è realizzabile e ,per quanto sfidante, deve essere alla portata del cliente. Di conseguenza le relative azioni devono rientrare sotto la sua responsabilità e il suo controllo. deve essere ecologico: ecologico per sè significa che l'obiettivo si incastra nel sistema di valori del cliente. Può comportare sacrifici e rinunce, ma non può tradursi in una sconfessione totale di ciò che è veramente importante per lui. Analogo discorso vale per il suo ambiente: l'obiettivo deve apportare vantaggi senza danneggiare i benefici consolidati del suo sistema di relazioni. deve essere "a scadenza" : bisogna cioè che il cliente stabilisca con lo staff un tempo ragionevole entro cui realizzerà il suo obiettivo.


C'è un ultimo aspetto da considerare nella definizione di un obiettivo: la leva che spinge il cliente ad agire non è l'obiettivo in sè quanto l'emozione che lo alimenta.

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