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PAZIENZA, PAURA E....


Pazienza e paura sono strettamente collegate.


Solitamente chi ha pazienza riesce a controllare la paura.


La paura il più delle volte è collegata all’incertezza sul futuro, prossimo o lontano che sia.


Non abbiamo quasi mai paura di ciò che è stato e di ciò che è, ma di ciò che sarà o che potrebbe essere.


Lo sport di endurance più di ogni altra cosa mi ha insegnato ad avere pazienza, ha forgiato il mio carattere nel preparare un obiettivo sportivo e per preparare i traguardi in linea con le mie aspettative non bisogna avere fretta.


Questi traguardi implicano mesi di preparazione, e giorni di sofferenza. E per gestire tutto ciò bisogna avere pazienza.


Pazienza di soffrire, pazienza di non scoraggiarsi di fronte agli insuccessi quotidiani, pazienza di saper accettare anche giornate storte, pazienza di saper gestire anche euforia e successi dandogli la giusta collocazione nella nostra scala dei valori; per non adagiarsi sugli allori e per riprendere, sempre con tanta pazienza, la nostra scalata verso la vetta dei nostri desideri.


Ci vuole pazienza anche a gestire il successo momentaneo; ad esempio in giornate dove tutto sembra andare per il verso giusto. Dobbiamo avere pazienza nel sapere che magari l’indomani non sarà altrettanto parco di soddisfazioni, per questo dobbiamo avere pazienza nell’accettare e metabolizzare vittorie e sconfitte quotidiane. La pazienza in questo caso consiste nel vedere questi traguardi intermedi nell’ottica del ben più importante traguardo finale.


Il periodo che ci apprestiamo a vivere, ovvero questa seconda ondata di pandemia, è solo frutto del non aver avuto pazienza.


E questo atteggiamento, inevitabilmente, sta innescando nuove paure.


Non abbiamo avuto pazienza di rinunciare alla “movida”, non abbiamo avuto pazienza di rinunciare alle vacanze, non abbiamo avuto pazienza di rinunciare ad incontrare persone, non abbiamo avuto pazienza di tornare alla “normalità”.


Ora questa “normalità” è la nostra più grande paura, perché abbiamo paura che ci venga sottratta nuovamente.


E questo perché?


Perchè per tornare a questa normalità non abbiamo avuto pazienza.


Non abbiamo avuto pazienza e ora abbiamo paura.


La mancanza di “socialità” e di condivisione fisica ed in presenza, genera nella maggior parte delle persone una sorta di ansia. Questo perché la maggior parte di noi non è abituato a stare da solo.


Anche per stare da soli ci vuole pazienza: la pazienza di sapersi accettare, di sapersi bastare, di sapersi gestire in autonomia senza l’aiuto di nessun altro.


Chi avrà pazienza vedrà un futuro diverso, un futuro senza paura.

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